lunedì 12 marzo 2007

Il successore di JPEG? HD Photo

Microsoft intende usare ogni mezzo a sua disposizione per far diventare uno standard il proprio formato di compressione delle immagini digitali HD Photo. L'obiettivo dichiarato della società di Bill Gates è quello di proporre ai fotografi e ai costruttori di fotocamere un formato in grado di rimpiazzare il notissimo JPEG.

Ricordiamo che HD Photos è frutto di diversi anni di ricerca e sviluppo da parte di Microsoft, che hanno consentito di dar vita a un formato che:

  • può memorizzare colore a 16 o 32 bit, permettendo quindi un maggior dettaglio rispetto a JPEG che si limita a 8 bit;
  • fornisce un livello di compressione doppio rispetto a JPEG, mantenendo però lo stesso livello qualitativo;
  • è progettato per operare al meglio con i processori presenti nelle fotocamere digitali, riducendo la quantità di memoria necessaria grazie alla capacità di elaborare un'immagine "a pezzi" senza doverla preventivamente memorizzare tutta.

Per quanto è dato a sapere, l'acronimo HD non ha un significato particolare, ma, in virtù delle sue caratteristiche, Microsoft spera possa diventare sinonimo di high quality, sottintendendo così un vantaggio rispetto al JPEG simile a quello che permette di avere l'HDTV rispetto al formato TV tradizionale.

Il primo passo verso la standardizzazione di HD, la società di Seattle l'ha compiuto già lo scorso novembre, quando ha deciso di cambiarne il nome, che originariamente era Windows Media Photo, e quindi evidentemente troppo legato a Micosoft per poter dar vita a qualcosa di indipendente. Inoltre, l'azienda stessa ha dichiarato che la tecnologia HD Photo è coperta dall'Open Specification Promise, un accordo secondo il quale Microsoft si impegna a non rivendicare i diritti d'autore su tale tecnologia, rendendola così facilmente accessibile a tutti gli sviluppatori di software.

Ma non solo. Anche a tutti i produttori di fotocamere che decideranno di implementarla all'interno delle loro machcine. In questo senso, Micron, uno dei principali costruttori di processori e sensori per digicamere, si è già pronunciata a favore dell'iniziativa di Microsoft. Il responsabile della divisione digital camera ha infatti detto che sono continuamente alla ricerca di un modo per realizzare dispositivi in grado di gestire una più ampia gamma di colori. E HD Photos, quale formato standard e non proprietario, potrebbe essere una valida soluzione a questo problema.

È evidente che, affinchè la sua proposta abbia successo, Microsoft deve creare un ecosistema che annoveri al suo interno sia chi produce le fotocamere sia che sviluppa il software. E per ottenere questo risultato il formato deve essere totalmente slegato dalla società che l'ha realizzato. La quale però in futuro, qualora HD Photos diventasse il formato privilegiato per i servizi di condivisione, editing e stampa di foto digitali, potrebbe monetizzare i propri sforzi diventando il fulcro del mondo della fotografia digitale consumer.

HD Photo, la cui candidatura a divenire standard de facto sarà proposta nei prossimi giorni alla Photo Marketing Association, la più importante manifestazione a carattere fotografico al mondo, è ovviamente supportato all'interno del nuovo sistema operativo Windows Vista.

domenica 4 marzo 2007

Addio ai costi di ricarica

Il Decreto Bersani che abolisce i costi di ricarica sta per entrare in vigore. Gli operatori mobili si adeguano: 3 Italia ha lanciato per prima l'offerta che abolisce i costi di ricarica, dal 2 marzo. Wind intende mantenere i contributi fissi sulle ricariche sotto i 50 euro di tutti gli attuali 15 milioni di clienti. Nel contempo lancia tre nuovi piani tariffari, senza costi di ricarica, per i quali però si parla di un aumento o del prezzo delle chiamate o dello scatto alla risposta. Telecom Italia dal 5 marzo trasformerà i costi di ricarica in traffico telefonico pienamente utilizzabile, senza aumenti di tariffe, con una prassi valida per tutte le ricariche. Vodafone anticipa al 4 marzo l'eliminazione dei costi di ricarica, anche in questo caso su qualunque piano tariffario e taglio della ricarica. Nel contempo introduce però una nuova tariffa, per la quale lo scatto alla risposta passa da 16 a 19 centesimi.

giovedì 1 marzo 2007

La battaglia dello spam per immagini

I messaggi non sollecitati che sfruttano per comunicare il messaggio testuale delle immagini non sono una novità. Tuttavia il loro grado di sofisticazione, che li rende invisibili ai filtri anti spam, sta crescendo. L'idea dell'image spam è che una persona possa vedere cose che il computer non vede, imbrogliando quindi il filtro inserendo il testo del messaggio in formato grafico; il computer legge il codice, ma non lettere e numeri. Dal punto di vista tecnologico, alcuni filtri cercano di riconoscere i caratteri all'interno delle immagini sfruttando la tecnologia OCR (optical character recognition). Originariamente sviluppata per importare documenti nei sistemi informatici, questa tecnica converte in testo le relative immagini scansionate confrontando la geometria unica dei font con un dizionario ad hoc. Questa A in grassetto ha certamente una forma che un motore di OCR può riconoscere.

Ma l'astuzia degli spammer supera quella degli OCR. Utilizzano font non usuali o inseriscono del rumore nell'immagine (aggiungendo colore, spazi in lettere che l'occhio comunque salta e macchie di colore sulla pagina) in modo tale che il motore OCR non possa vedere le lettere. L'image spam di nuova generazione sfrutta anche tattiche quali insalate di parole (citazioni prove di senso prese a caso dalle letteratura) così come immagini in formato GIF animato e su livelli che dividono un messaggio in più immagini sovrapposte l'una sull'altra. Alcuni addirittura rimuovono i link da cliccare e istruiscono gli utenti a digitarli nei rispettivi browser, visto che molti filtri fanno riferimento a blacklist di collegamenti maligni noti.

E ancora, il problema dell'image spam sta spostandosi anche sulle botnet. I bot distribuiscono la maggior parte dello spam, ma le relative reti sono anche programmate per prendere un messaggio di spam e alterare l'immagine (modificando dimensioni, forma, colori e altri attributi) in modo tale che sia ancora leggibile ma sembri differente ai filtri che ricercano e-mail identiche. Ma alcuni esperti sostengono che la cosa peggiore stia nel fatto che i file di image spam hanno dimensioni del doppio rispetto ai messaggi spam di vecchio stampo, un problema quindi anche di banda e storage per le imprese che necessitano di memorizzare ogni e-mail ricevuta.

Insomma, da anni lo spam e i relativi filtri studiati per arginarlo stanno battagliando, vincendo una volta l'uno una volta l'altro. Lo spam sconfigge i filtri, i filtri migliorano e vincono. E così via. E l'image spam si sta dimostrando più difficile da filtrare con i computer e i relativi software che fanno fatica a comprendere che cosa si celi in una immagine. Alcune società hanno cominciato ad aggiornare i propri motori di filtering per cercare di controllarlo meglio, ma intanto all'orizzonte si profilano altre possibili minacce, anche in formato audio e video.